Finalmente ci hai trovati - Edgar Selge, Carbonio Editore

Ci sono romanzi difficili da raccontare, perché sono le parole di cui sono composti a renderli speciali.
Edgar, ultrasettantenne oggi, ripensa al suo alter ego dodicenne negli anni Sessanta, in una città media, in una famiglia media, in una Germania alle prese con le cicatrici del passato recente e la voglia di ricominciare. La guerra non è passata da molto e i genitori cercano di recuperare “gli anni perduti” dedicandosi alla musica classica e alla letteratura. Tutto tranquillo e lineare? Ovviamente la risposta è negativa.
Il tema dominante è il rapporto problematico con il padre, direttore di prigione, che Edgar, oggi forse più di allora, ama nonostante l’educazione rigida e violenta ricevuta.
L’autore ha un approccio diverso dalle tante autofiction che si perdono nel dettaglio cronologico: non c’è la memoria fine a sé stessa in primo piano; sono la discordia, il dolore, quello che non è stato superato nel passato a confezionare il linguaggio e a dare al racconto una forma tale da poter divenire un romanzo.
L'autorappresentazione di Selge ha un crudele, impressionante grado di autenticità: questo termine tanto invocato si percepisce dopo la lettura, qui trova davvero la sua applicazione. Un testo impressionante, che arriva dolcemente, inconcepibilmente coraggioso, nato da una rabbia che nella fiction finalmente esplode e libera chi scrive e chi legge.


Paola