Bagagli, bagagliai, auto da caricare, caselli autostradali. Nulla di più consueto e iconico di una classica vacanza italiana. In “C'era una volta l’est” Boban Pesov non ci porta in vacanza, ma lungo un viaggio a doppio senso tra Macedonia e Italia e tra passato e presente.
Una è la rotta percorsa nel 1992 da Milan, il padre del protagonista, alla ricerca di una vita migliore nel nostro Paese; l’altra è la strada fatta nel 2022 da Robert e Micol, diretti a Skopje, dove la madre di lui è ricoverata. Sullo sfondo, la rovinosa e brutale dissoluzione della Jugoslavia, presentata da una prospettiva inedita: quella dell’unico paese della federazione non attraversato dalle guerre civili degli anni Novanta.
Dalle pagine emerge chiaramente un messaggio di denuncia contro le esaltazioni nazionali e le frontiere, ma il libro di Boban Pesov è anche e soprattutto una struggente ode a quelle caratteristiche dell’essere umano che proprio in questo momento storico paiono venir meno: la solidarietà, l’empatia, il reciproco aiuto, la generosità, la compassione.
Benedetta