Hüseyin, dopo una vita in fabbrica in Germania, compra casa al paese in Turchia per passarci la vecchiaia con la moglie Emina. Invece, muore improvvisamente per un infarto prima ancora che la famiglia possa raggiungerlo. Ciascun membro della famiglia prende la parola direttamente: prima Hüseyin, poi i quattro figli e per ultima, come un cerchio che si chiude, la moglie Emina, che si ricongiunge letteralmente con Hüseyin, passando per tutti quei segreti che per anni hanno schiacciato la vita di tutti. Potente romanzo familiare, che affronta con rara intensità e sensibilità le tematiche dell’identità (nel senso più ampio del temine), dell’immigrazione e del conflitto intergenerazionale - ma anche l’omofobia, il patriarcato e la perdita della lingua madre - con una scrittura precisa e avvolgente che alterna diversi registri linguistici e prospettive. L’opera di Aydemir è una matrioska mediorientale ricca di colpi di scena e ribaltamenti, che esigono la sospensione del giudizio e obbligano a indossare i panni dei personaggi. Una storia che è allo stesso tempo intima e universale, dolorosa e liberatoria – difficile da dimenticare.
Paola