Il senso materno è innato o acquisito? Nella mia personale esperienza propendo per la seconda ipotesi. Poco c'entra il genere di appartenenza o di nascita, si diventa madri facendo esperienza di un amore che non ha eguali. È quel che accade alla protagonista dell'ultimo romanzo di Sosa Villada: un’attrice transessuale sposata con un avvocato gay.
Lo dico perché l'ambiente in cui vivono, e in cui sorprendentemente questo amore germoglia, è denso di narcisisti come loro, per i quali un figlio non è che un altro specchio in cui amplificare il proprio io.
L’autrice scrive avvalendosi di licenza ambientale, dettata dalla confidenza con gli ambienti trans, per usare parole come “frocio” senza temere una levata di scudi. O forse, come credo, queste parole cambiano il significato e potere nel contesto in cui vengono pronunciate.
Mentre solitamente aborro le classificazioni di genere e i cappelli di appartenenza come insegne sul capo, qui questa precisazione è dovuta e ha senso perché racconta un ambiente e la natura dei suoi appartenenti.
Elisabetta